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Cassinetta di Lugagnano
Cassinetta di Lugagnano - Villa Visconti
Stemma e Bandiera
Cassinetta di Lugagnano - Stemma
Cassinetta di Lugagnano - Stemma
Cassinetta di Lugagnano - Bandiera
Cassinetta di Lugagnano - Bandiera
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Mappa dell'Italia
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Cassinetta di Lugagnano
Sito istituzionale

Cassinetta di Lugagnano è un centro della Lombardia.

Da sapere[modifica]

Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.

Il paese è formato dall'unione di due centri, Cassinetta e Lugagnano appunto, divisi dal Naviglio. Il vero patrimonio del posto sono le splendide ville di delizia legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi comead esempio i Trivulzio, i Visconti, i Mantegazza, i Castiglioni e i Parravicini. Queste case da nobile costituivano indubbiamente per i proprietari un punto di riferimento che consentiva loro di effettuare periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli; ma poiché la zona di Cassinetta possedeva notevoli attrattive paesaggistiche, erano adoperate soprattutto come abitazione per la villeggiatura.

Identica sorte ebbero inoltre numerosi altri comuni sorti in prossimità del Naviglio Grande come Robecco sul Naviglio e Corbetta.

Cenni geografici[modifica]

Si trova nella pianura padana milanese, sul Naviglio e non molto distante dal Ticino, al di là del quale si stende la Lomellina. Dista 3 km da Abbiategrasso, 17 da Vigevano, 26 da Milano, 28 da Novara.

Cenni storici[modifica]

Il nucleo più antico del paese è quello di Lugagnano, sulla sponda destra del Naviglio, dove i primi insediamenti risalirebbero all'epoca romana: alcuni ritrovamenti di reperti sepolcrali sono attualmente conservati nel Museo Pisani Dossi di Corbetta. Potrebbe risalire ad epoca anteriore all'anno 1000 il sarcofago in granito, con avanzi di piatti e vasellame in vetro e terracotta, rinvenuto in epoca imprecisata nella campagna cassinettese.

Il borgo di Lugagnano — Lugagnano era un vasto insediamento che si estendeva fino ai confini di Abbiategrasso e di Robecco sul cui territorio si ha notizia dell'esistenza di un castello circondato da fossato e di una chiesa dedicata a San Protasio. Nel Medioevo il paese era arroccato intorno ad un castello circondato da un fossato, che fu feudo di diversi signori. La storia locale quindi per molti secoli si identificò con quella dei proprietari del maniero. Nel XIII secolo fu proprietà della famiglia dei Casterno, per passare quindi ai Pietrasanta. Nel 1358 Uberto di Pietrasanta lo vendette al vicino territorio di Robecco. Fu dato in feudo nel 1451 dal Duca di Milano Francesco Sforza a Baldassare Barzi. Bandito quest'ultimo per fratricidio, il feudo fu devoluto alla Camera di Milano nel 1656 e concesso al generale Giovanni Vasquez de Coronado, castellano di Milano, l'anno successivo. Nel 1657 Lugagnano è infeudatopoi ai conti Barzi.

Il borgo di Cassinetta — Mentre Lugagnano subì diverse traversie e passaggi di proprietà, Cassinetta ebbe una storia più tranquilla, riuscendo a conservare meglio la propria autonomia. Il nobile Maffiolo Birago, Maestro di Aula della Camera Ducale di Filippo Maria Visconti, fece costruire nel 1435 la più antica chiesa del luogo dedicata alla Beata Vergine e a Sant'Antonio abate: essa divenne poi parrocchiale e comprese nella sua giurisdizione ecclesiastica anche Lugagnano. Nel 1428 gli stessi Birago per concessione del duca Filippo Maria Visconti fecero scavare un canale che derivava dal Naviglio Grande e che, attraversando il paese, avrebbe fatto funzionare le pale di un mulino, tuttora esistente e funzionante (Mulino della Pazza Biraga). Detto canale, ancora oggi chiamato Roggia Biraga, segna all'incirca il confine fra le due località di Cassinetta e Lugagnano.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Cassinetta di Lugagnano


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

  • 45.6661869.7018081 Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio (il Caravaggio), Via Aeroporto 13, Orio al Serio, +39 035 326323.
  • 45.638.7230562 Aeroporto di Milano-Malpensa (MXP), Ferno. L'aeroporto è dotato di due terminal (T1 e T2), il secondo è adibito ai voli low cost. Il servizio di autobus Autostradale collega l'aeroporto con Milano stazione centrale in 50 minuti circa, mentre il Malpensa Express collega in 40 minuti il Terminal 1 con la stazione Cadorna (metropolitana linea rossa e verde). Gli autobus della Sadem e Autostradale raggiungono la città di Torino (2 ore), mentre la compagnia Volpi effettua alcune corse per Genova (3 ore).
  • 45.452179.27633 Aeroporto di Milano-Linate (Enrico Forlanini).
  • 45.42555610.3269444 Aeroporto di Brescia (D'Annunzio), Via Aeroporto 34, Montichiari (I collegamenti con l'aeroporto di Brescia sono garantiti dai trasporti pubblici tramite il bus/navetta. La fermata a Brescia città è situata alla stazione dei pullman (numero 23), mentre quella dell'aeroporto è al fronte terminale. Sono inoltre previsti collegamenti per la città di Verona attraverso la linea bus/navetta 1), +39 045 8095666, . Solo Charter

In auto[modifica]

In treno[modifica]

In autobus[modifica]


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

  • 45.4253648.9089471 Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate. La chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate venne eretta nel 1435 per volere della locale famiglia possidente dei Biraghi, intenzionata a dare al paese un centro di culto; venne restaurata ed abbellita nel 1731 con la costruzione di un campanile e la decorazione degli interni. Significativo è il piccolo pronao poggiante su colonne di granito di Baveno che precede l'ingresso della chiesa, che per molto tempo ha fatto ricondurre quest'opera ad un progetto di Francesco Richini; attualmente tale attribuzione, per la mancanza di elementi, è risultata infondata.
  • Oratorio di San Giuseppe. Il piccolo oratorio è un edificio religioso a carattere privato costruito nella prima metà del XVIII secolo ad opera dell'architetto Carlo Federico Castiglioni per la sua villa (l'attuale Villa Castiglioni-Nai-Bossi) a Cassinetta. La cappella, tipicamente impostata sugli stilemi barocchi della chiesa gentilizia barocca, si trova presso la villa stessa, gittante sull'alzaia del Naviglio Grande ed è contraddistinta da una facciata a due ordini, suddivisi tra loro da lesene doppie con un capitello corinzio molto lavorato.

Le ville di Lugagnano

  • Villa Birago-Clari-Monzini. La villa, recentemente restaurata ed adibita a lussuose abitazioni private, è una splendida testimonianza dell'antica e grande dimora che sorgeva in Lugagnano, sulla sponda destra del Naviglio. A quel tempo il grande parco era tagliato da un lungo viale di 800 metri, intervallato da coppie di pilastri che, superato il corso del canale, terminava nella grande esedra di Villa Negri. La struttura quadrangolare che fa cornice al cortile d'onore centrale suggerisce l'ipotesi che l'edificio sia l'evoluzione dell'antico fortilizio di Lugagnano che si presume edificato attorno al 1558 dalla famiglia Birago e confiscato nel 1691 dalla Camera Regia.
    In seguito l'edificio fu ampliato e venne strutturato a corte civile, con un portone che si apre su una piazzetta fiancheggiata da due corti rustiche. La casa padronale si innalza su tre piani, con una facciata molto sobria. All'esterno, sempre sulla piazzetta, l'oratorio sconsacrato dedicato a S.Anna, benedetto nel 1721 che conservava una tela raffigurante la Vergine con Bambino e Santi, attribuita al Nuvolone, oggi trafugata.
  • Palazzo Mantegazza-Macinaghi. La casa si affaccia con un semplice portone ad arco sulla piazzetta Trivulzio; il cortile civile è circondato su tre lati da corpi di fabbrica, assumendo una pianta ad U irregolare. Due dei lati dell'edificio si innalzano su tre piani definendo un impianto a L, con bracci uguali; le facciate presentano delle irregolarità nella distribuzione delle finestre. La facciata verso il giardino è caratterizzata da numerose aperture che mettono in evidenza i diversi interventi operati alla costruzione.
  • Villa Trivulzio. Il contesto paesano in cui si cala la villa, se da un lato può esaltarne l'atmosfera naturale, non ne valorizza però la bella architettura neoclassica. Situata all'imbocco della strada per Robecco presenta una dissimmetria e delle anomalie che avvalorano l'ipotesi che sia sorta adattando una costruzione precedente. L'edificio, nel caratteristico giallo lombardo, presenta una pianta ad L, formata dal corpo centrale e da un'ala di rustici con la cappella. Attorno un ampio e ben curato giardino ricco di alberi secolari.
    La facciata a nord è aperta verso il parco e l'ingresso è ornato da quattro eleganti statue e da un tempietto. Essa riprende le linee architettoniche di quella a sud (che si affaccia sulla piazzetta lungo la provinciale), dalla quale si distingue però per il lungo balcone rettangolare in granito, che spezza il rigoroso ritmo della tripartizione centrale, e la balaustra sopra il tetto, arricchita da sei vasi di granito. L'attuale aspetto neoclassico fu conferito a questa casa da nobile nei primi decenni dell'Ottocento.
  • Villa Frotta-Eusebio. La vecchia cancellata, affacciata sulla via centrale di Cassinetta, si apre su un ampio cortile in fondo al quale si erge il palazzo. La data di costruzione non è certa ma si presume risalga alla prima metà del Settecento. La villa si articola su tre piani evidenziati da tenui fasce dipinte con motivi floreali. Piacevole il gioco di linee creato dall'alternarsi di porte e finestre. Al centro della facciata l'unico balconcino in ferro battuto su una mensola in stucco. L'interno, oggi diviso in alloggi, non conserva l'originaria fisionomia che era caratterizzata da una doppia successione di sale a cannocchiale.
  • Villa Grosso Pambieri. Detta oggi semplicemente Villa Pambieri, la casa si affaccia, con una corte chiusa da un cancello, sulla via principale di Cassinetta di Lugagnano. Il cortile, a pianta rettangolare, è delimitato dal corpo centrale della casa e da due corpi laterali formando una pianta a C. Il palazzo è stato restaurato totalmente, mantenendo la struttura originale. La facciata centrale è molto semplice, una grande vetrata illumina il patio d'entrata finemente restaurato, che conserva gli affreschi originali.
    Le due colonne esterne, dalla linea tozza e pesante, appoggiate direttamente su un lungo gradino di granito, dividono lo spazio della facciata in tre zone di differente ampiezza, quella centrale circa il quadruplo degli spazi laterali. Le aperture al piano terra sono quasi tutte porte finestre che immettono nelle diverse sale e salotti per poter permettere in qualunque ora del giorno e da qualunque ambiente un diretto contatto con la natura: il giardino diventa un altro spazio interno tra il verde.

Le ville lungo il Naviglio

Il Naviglio Grande è stato per secoli un'importante via di comunicazione e di trasporto verso il capoluogo lombardo. Ciò permetteva inoltre, anche in una certa comodità per allora, di uscire dalla città e di raggiungere località di villeggiatura e di caccia e, sempre più famiglie benestanti scoprirono la tranquillità e l'aria salubre di queste zone rurali. Fu così che possedere una villa lungo i corsi d'acqua che circondano Milano divenne un fatto di moda. Sorsero quindi le magnifiche ville, abitazioni signorili, circondate da parchi e giardini progettati e realizzati per l'armonia della vista.

  • Villa Beolco-Negri (Palazzo Municipale). Adiacente al ponte di Cassinetta, di fronte alla statua di San Carlo Borromeo, si innalza la casa Beolco-Negri, attuale palazzo comunale. Dell'antica casa da nobile non è rimasto molto perché quando nel 1921 lo stabile fu venduto dai proprietari a Don Ravazzi, parroco di Cassinetta, questi la trasformò parte in Asilo Infantile ed affittò il rimanente come laboratorio. La pianta della casa è complessa: diversi corpi eterogenei chiudono su tre lati la corte interna. Il fronte che si affaccia sulla piazzetta è aperto, oltre che da finestre, da un portone asimmetrico, coperto da un arco a tutto sesto. La facciata verso il Naviglio è caratterizzata da numerose finestre e porte finestre aperte sul giardino ed era la parte della casa dove erano disposte le diverse sale di rappresentanza. L'intera costruzione, innalzata su due piani, è scandita orizzontalmente da una fascia marcapiano.
  • Villa Visconti. La villa occupa il lato orientale del Naviglio ed appare nella sua maestosità, colorata di giallo della Milano settecentesca e neoclassica. È infatti un palazzo di città, serrato e chiuso, che nasconde un interno inaspettato. L'origine della villa è sicuramente antica. I terreni erano già di proprietà dei Visconti nel 1392, anno in cui viene scavata la roggia che inizia proprio dinanzi alla villa. L'edificio come oggi si presenta ha una pianta ad H, distribuito su tre piani, con l'asse principale orientato a NO-SE, lungo il Naviglio, a cui il palazzo volge il fianco e non il fronte. Il complesso, apparentemente unitario, è frutto di una serie di modifiche che hanno interessato la costruzione nel corso dei secoli.
    Il giardino doppio è disposto su due piani: il primo, all'italiana, termina con una nicchia centrale, davanti alla quale pare si svolgessero recite teatrali, il secondo, all'inglese, fu progettato dal Balzaretto nel 1850 e presenta un grande prato centrale con alberi ed anfiteatro, mentre la parte retrostante è stata adattata a frutteto. Nel giardino sono ben conservati la Coffee House, la ghiacciaia e due gazebo. Nel muro perimetrale sono inserite le due torrette ed una nicchia con una statua in asse all'ingresso principale. La Villa ha una Cappella posta ad angolo con l'ingresso dalla strada; conserva affreschi del Ferrario (1728).
  • Palazzo Krentzlin. È situata all'incrocio della via per Corbetta e l'alzaia, sul lato orientale del canale, a testimoniare la volontà dei nobili di un tempo nel volersi tenere separati dal centro abitato dal popolo. La facciata dell'edificio verso il Naviglio è caratterizzata dall'intercalare regolare di numerose finestre in una piacevole geometria di luci e linee. Il lato posteriore della casa presenta un irregolare aprirsi di finestre e porte a finestra che si affacciano sul vasto parco. Opposto all'ingresso principale si trova un piacevole balconcino settecentesco con una ringhiera in ferro battuto lavorato.
    Il parco, ricco di piante secolari e giovani arbusti, conserva la struttura piacevole ed ordinata del giardino all'italiana. In fondo, su una colonnina, si erge una statua, visibile dal Naviglio se vengono lasciate aperte tutte le porte d'infilata. A destra della casa nobile, separato da un cancello in ferro battuto, si trova il caseggiato rustico con la sua corte e l'entrata attuale.
  • Casa Spirito. La casa posta lungo il Naviglio è completamente visibile al di là di una cancellata posta parallelamente al canale. Questa casa, totalmente ristrutturata recentemente, è caratterizzata dall'aprirsi ad intervalli regolari di numerose finestre, che ne scandiscono la facciata.
  • Villa Castiglioni-Nai-Bossi. È l'ultima villa del territorio di Cassinetta che si incontra dopo aver lasciato Villa Krentzlin e percorso l'alzaia in direzione di Robecco. Dietro una cancellata si intravede la facciata della casa il cui settore centrale è rialzato e caratterizzato al piano terra da un porticato a tre arcate; al primo piano si distingue un balcone sagomato con ringhiera in ferro battuto e nell'ammezzato, un affresco votivo con lampada, affiancato da due piccoli poggioli. Questa parte è l'unica che presenta un rivestimento, mentre le rimanenti ali sono lasciate con mattoni a vista.
    Edificata nella prima metà del Settecento ad opera dello stesso proprietario, l'architetto Carlo Federico Castiglioni, presenta sul lato dell'alzaia, l'oratorio dedicato a San Giuseppe con fronte a due ordini ripartita da doppie lesene con alto basamento e capitello corinzio, mentre nella parte più interna del cortile, si trova il corpo residenziale, il cui interno, diviso recentemente in appartamenti, è stato restaurato secondo uno stile inglese.
  • Villa Bodio-Pallavicini-Bottiglia. Uscendo ad oriente da Cassinetta, in direzione Corbetta, si incontra la villa. Oggi, dell'antica nobile costruzione, la villa non conserva più nemmeno il nome. A seguito delle recenti ristrutturazioni, il complesso ha preso il nome di Cascina Bardena, avendo perso buona parte dell'architettura che la caratterizzava. A testimonianza del tempo che fu restano la facciata interna, visibile dal parco di alberi secolari ed antiche statue. Di origine medioevale e feudo dei Trivulzio, divenne proprietà dei Birago e dei Bossi nel Cinquecento, passando ai Bodio nel Settecento, i maggiori proprietari del paese, e quindi ai Pallavicini. L'edificio venne ridotto a casa colonica sin dai primi dell'Ottocento.
  • Villa Gambotto-Negri. Sontuosa residenza estiva edificata dal generale austriaco Dembowsky nel 1761 e divenuta nel 1875, con la circostante Cascina Piatti, di proprietà di Gaetano Negri, nativo di Cassinetta ed allora sindaco di Milano. La villa si trova un po' fuori dal paese, oltre il ponte sulla roggia Visconti, e già l'ingresso ne esalta la bellezza. L'entrata principale, che da sul giardino antistante la casa, è rivolta verso la strada parallela al Naviglio Grande, è accessibile attraverso il ponte in pietra cui fanno ala quattro platani secolari. L'atrio, ad esedra, dopo il ponte, è formato da sei pilastri ornati da sculture di vasi colmi di frutta, uniti da una più bassa cortina muraria, il tutto elegantemente suddiviso in riquadri geometrici. Il cancello centrale lascia intravedere il viale principale del giardino all'italiana che conduce alla villa. La costruzione presenta una pianta a U con la parte centrale ben evidenziata. Le stanze di rappresentanza, salotto e sala da pranzo, si trovano a livello del giardino, essendo la villa concepita come abitazione estiva, mentre le camere sono locate al piano superiore.
  • Il mulino della Pazza Biraga. Probabilmente la porzione di terra circostante la sponda destra del Naviglio fu la prima ad essere edificata verso gli inizi del XV secolo. I primi documenti relativi al territorio detto di Cassina Biraga sono risalenti al 1428, anno in cui Maffiolo Birago costruì la roggia, facendola derivare dal Naviglio, per il funzionamento di un mulino. Questo, edificato poco dopo, al limite del territorio di Cassina Biraga e Lugagnano, è ancora esistente ed in funzione dopo accurati restauri. La costruzione mantiene ancora una struttura molto solida con poche aperture; su una parete si apre una finestra ad ogiva leggermente strombata e incorniciata da eleganti modanature in gesso. Considerato il più vecchio tra i funzionanti della cerchia dei navigli, conserva intatta sia la macina di pietra che tutti gli strumenti annessi, compresi gli ingranaggi in legno che collegano le pale esterne alle pulegge di trasmissione. Nel 1435 il Birago fece costruire anche una chiesa, tutt'oggi adiacente al mulino.
  • Statua di San Carlo Borromeo. La costruzione della statua nel 1749, data scolpita sul basamento in granito di Baveno, fu ispirata dalla tradizione secondo la quale nei primi di novembre del 1584 San Carlo Borromeo sarebbe transitato sul naviglio con una chiatta fortemente ammalato e diretto verso Milano ove morirà il 3 novembre dello stesso anno. La statua fu oggetto di continui restauri nel 1884 e nel 1975, occasione nella quale venne completamente ricostruita la mano del santo che reggeva la croce (in cui si trova una reliquia del Santo).


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • Antica Osteria del Ponte.


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]

Farmacia


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Abbiategrasso
  • Vigevano — Il passato ha lasciato alla città il Castello, il Duomo, la splendida piazza. L'età contemporanea ne ha fatto la capitale della calzatura.

Informazioni utili[modifica]

  • Pro Loco, piazza Gaetano Negri (Municipio) (Punto Informazioni Turistiche).


Altri progetti

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