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Cappella de' Picenardi
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Mappa dell'Italia
Cappella de' Picenardi
Sito istituzionale

Cappella de' Picenardi è un centro Lombardia.

Da sapere[modifica]

Con i vicini Torre de' Picenardi e San Lorenzo de' Picenardi completa la triade dei centri che ricordano con il loro toponimo la famiglia Picenardi, che ebbe notevolissimi possedimenti in questa zona.

Cenni geografici[modifica]

Si trova nella pianura della Bassa lombarda, nella campagna cremonese là dove confina con il comprensorio Oglio Po casalasco viadanese, Dista 19 km. da Cremona, 30 km. da Casalmaggiore.

Cenni storici[modifica]

Busto bronzeo romano di Cappella de' Picenardi (Louvre)

Le sue origini sono sicuramente molto antiche. La centuriazione romana è ancora ben leggibile sul territorio, che fu abitato anche in precedenza, ma che ha fornito particolari testimonianze archeologiche a partire dall'epoca romana.

A Cappella de' Picenardi nel campo Pratovecchio durante i lavori agricoli un contadino dissotterrò nel 1894 un busto bronzeo a grandezza naturale. Il contadino lo vendette ad un commerciante di Canneto sull'Oglio, che a sua volta lo rivendette ad un francese; il busto fu infine acquistato dal Dipartimento delle antichità greche e romane del Louvre.

Gli studi che sono stati effettuati sul busto hanno accertato che quest'opera, raffigurante un personaggio romano, è databile fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C, cioè il periodo di fine repubblica.

Per trovare tracce del paese nei documenti dobbiamo arrivare al XIII secolo, quando viene indicato come Cappella, finché nel XV secolo diventa Cappella de' Picenardi. A Galeazzo e Copino de' Picenardi Francesco Sforza concede l'esenzione da ogni onere per i fondi da loro posseduti nel territorio della Cappella de' Picenardi, Vighizzolo e altrove. Gli storici ricordano che Cappella ebbe anche un castello, probabilmente edificato dai Picenardi, il cui fossato esisteva ancora a metà Ottocento. Della fortificazione non si ha più traccia.

Il territorio di Cappella de' Picenardi riunisce attorno a sé cinque paesi, che nello stemma comunale sono ricordati da cinque stelle che contornano la stella più grande di Cappella: Cansero, Fornaciotto, Isolello, Mottaiola de' Padri, Vighizzolo.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Cappella de' Picenardi


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

I caselli autostradali più vicini sono quelli di

  • Autostrada Torino Brescia Cremona sull'autostrada Torino - Brescia
  • Autostrada del Brennero Mantova sull'autostrada del Brennero
  • Strada Statale Cremona Mantova Il paese è in fregio all' ex statale n. 10 Cremona - Mantova

In treno[modifica]



Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

  • Chiesa parrocchiale di San Pancrazio Martire
San Pancrazio Martire
San Pancrazio Martire - interno


A Isolello[modifica]

  • Chiesa di San Martino Vescovo
Chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo


  • Villa Sommi Picenardi (Cascina Castello)
Cascina Castello
Cascina Castello - La Torre

Sorge isolata nella campagna e presenta i tratti tipici della grande cascina fortificata che caratterizza questa zona. L'epoca di costruzione è da indicare nel XV secolo. L'impianto del vasto complesso è quadrilatero; una robusta torre angolare nell'angolo nord orientale si unisce a un tratto di mura a base scarpata, che denota in questo la sua origine difensiva. L'edificio racchiude una grande corte centrale, ed è attualmente adibito ad uso agricolo; è di proprietà privata.

Con il nome Villa Sommi Picenardi questo grande complesso ricorda la nobile famiglia Picenardi (e le sue gemmazioni) che così profondamente ha segnato questo lembo di pianura, dove ancora esistono il suo ricordo e i suoi monumenti nei territori comunali di Torre de' Picenardi, San Lorenzo de' Picenardi e Cappella de' Picenardi.

A Vighizzolo[modifica]

  • Chiesa di San Giovanni Battista
San Giovanni Battista


A Cansero[modifica]

  • Chiesa di San Michele
Cansero - Chiesa di San Michele
Cansero - Il minuscolo cimitero

Il piccolissimo centro di Cansero sta tutto nella sua chiesa e in pochissime abitazioni raggruppate intorno ad essa. L'edificio purtroppo è in uno stato di deprecabile abbandono, transennato esternamente e non accessibile, circondato da erbacce e cespigli. Eppure la chiesetta mantiene un suo fascino, se pur triste, e tradisce in alcuni particolari architettonici, soprattutto alla base della torre campanaria, un passato antico.

Fu pieve ed in seguito chiesa parrocchiale; nel 1986 con decreto vescovile venne unita alla parrocchia di Santa Maria Assunta di Pozzo Baronzio.

Cansero vive appartato, un po' discosto dalla strada che da Torre de' Picenardi e Pozzo Baronzio conduce a Cappella de' Picenardi, ed è quasi disabitato. All'incrocio con la strada per Torre e Cappella sorge il suo cimitero che ha la caratteristica di essere piccolissimo.

Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Torre de' Picenardi — La villa Sommi Picenardi si è sviluppata da un preesistente nucleo castellano; a partire dal Cinquecento fu trasformata nei secoli successivi fino all'aspetto attuale. Un corpo della villa, di gusto neoclassico, prospetta sulla piazza del paese. Una seconda fabbrica si sviluppa all'interno e si raccorda all'antico corpo del primitivo castello. Un vasto giardino circonda il complesso della villa, attorniato da un ampio fossato con acqua.
  • San Lorenzo de' Picenardi — Il suo Castello , sorto nel Quattrocento fu ampliato nel tempo per approdare poi alla forma attuale, maestosa e decisamente castellana, nell’Ottocento, opera dell’architetto Luigi Voghera. La vasta costruzione, in perfette condizioni, mostra numerose torri merlate che le conferiscono il caratteristico aspetto medievale mitigato però dal carattere elegante di residenza nobiliare castellana. È circondato da un vasto parco.
  • Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
  • Colorno — La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d'Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
  • Cicognolo — Cotto a vista e marmo rendono pregevole e vario l'aspetto dell’imponente castello Manfredi,, scenografico nel verde del prato che ne abbellisce il terreno davanti alla facciata principale, con retrostante giardino di gusto romantico e con fossato.
  • Mantova — Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d'arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d'atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.
  • Parma — Città d'arte fra le maggiori dell'Emilia, mantiene con grande evidenza aspetto, signorilità e modi di vita da Capitale, come lo fu per secoli. La reggia Farnese della Pilotta, la Cattedrale romanica, la chiesa della Steccata sono alcune delle emergenze monumentali che caratterizzano la città; di gran fama il suo Teatro, la sua tradizione musicale (Giuseppe Verdi), la sua scuola di pittura (Correggio, Parmigianino), il suo amore per la buona tavola (prosciutto crudo di Parma, salumi, parmigiano reggiano, lambrusco).
  • Cremona — Ha un centro storico monumentale - Duomo, Battistero, Palazzo comunale - fra i più insigni della Lombardia. Fu città romana. Fu potente all'epoca dei Comuni e rivaleggiò con Milano, che infine la sottomise. I suoi violini (Stradivari e Amati), il suo Torrazzo e ancor più il suo torrone, sono noti ovunque.


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